
Negli iltimi anni si parla con sempre maggiore frequenza di binge eating disorder, un termine che in italiano può essere tradotto con “abbuffata compulsiva”, anche se letteralmente significa “cedere alla tentazione di amngiare”. Gli psicologi preferiscono invece chiamarlo disturbo di alimentazione incontrollata.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Consiste in episodi frequenti di abbuffate, perpetrati senza successivi comportamenti compensatori, come per esempio l’induzione del vomito o l’uso di diuretici o lassativi.
In genere le abbuffate si verificano più volte durante l’arco della settmana: si inizia a mangiare con l’intenzione di non esagerare, ma soltanto pochi bocconi dopo, ci si convice di aver pregiudicato la giornata dal punto di vista alimentare e in questo modo la perdita di controllo sulla quantità e qualità del cibo diventa totale.
Il binge eater, così si chiama che ne soffre, nel momento dell’abbufata riesce a considerare soltanto i benefici momentanei dati dal cibo, usatoper lo più come valvola di sfogo per allontanare sentimenti ed emozioni di rabbia e frustazione. Ciò che gli manca è la capacità di valutare le conseguenze a lungo termine del suo comportamento, che quasi nella totalità dei casi porta ad un aumento di peso. In molti casi è il sintomo di altri disturbi, come ansia e depressione.
Secondi una ricerca dell’Università di Harvard, negli USA, un adulto ogni 35, vale a dire il 2,8% della popolazione totale, soffre di binge eating disorder.
L’incidenza di questa patologia compulsivasi attesterebbe quindi su cifre che rappresentano circa il doppio del totale di quella dei malati di anoressia nervosa e di bulimia nervosa.
Tante varianti, un unico disturbo
Il binge eatng disorder non è uguale per tutti, ma assume forme leggermente diverse fra loro, identificati dagli esperti con nomi specifici come vomiting, nibbling o exerciting. Le persone che soffrono di vomiting si abbuffano in modo copulsivo e talune volte ricorre al vomito autoindotto pur di continuare a godere del cibo e mantenere con questo comportamento un peso normale, o quanto leggermente superiore a quello normale.
invece chi soffre di nibbling non ha un vero e proprio problema di peso, ma è afflitto da uan lieve depressione che lo indice, in particolare nei momenti di noia, a mangiare piccole quantità di cibo in continuazione, sensa tuttavia essere mai sazio. Agli inizi quasi sempre si dà la preferenza a cibi poco calorici, che consentono di mantenere il peso nella norma. Ma a lungo andare la quantità e la qualità degli spuntini variano fino ad arrivare a problemi di sovrappeso e obesità.
Infine, nel caso dell’exerciting l’alimentazione è equilibrata, ma ciò che ossesiona è l’idea di brucare calorie. Per farlo si ricorre ad un’estenuante attività fisica: l’obiettivo è mantenere un peso ideale e avere un corpo apprezzato dagli altri. A monte della “figura atletica” si può celare una sorte di anoressia marcherata, una variane del binge eating disorder che assomiglia molto alla sindrome di Adone.
Come riconoscere il binge eating disorder
L’abbuffata compulsiva presenta caratteristiche peculiari che la differenziano da bulimia e altri disturbi alimentari:
- le abbuffate devono verificarsi almeno due volte a settimana e per almeno sei mesi;
- le abbuffate sono indipendenti dallo stimolo della fame e quasi sempre avvengono in solitudine;
- la persona che ne soffre non trova gratificazione, anzi prova un senso di colpa;
- non esistono in genere meccanismi di compensazione (come vomito o lassativi).