È uno dei metodi più semplici ma meno usati, che permette di evidenziare le eventuali intolleranze alimentari con buona precisione. La dieta a rotazione consiste nell’assumete cibi specifici diversi ogni tre-quattro giorni. Il ciclo si ripete per tre-quattro volte.
Si tratta cioè di diradare l’assunzione di ogni singolo alimento specifico ed eventuali collaterali (famiglie biologiche o gruppi di cibi) per un periodo non inferiore a tre giorni. Per esempio: se nello schema sono presenti le patate, per i tre giorni successivi sarà fatto divieto assoluto di mangiare di nuovo le patate spesse e anche divieto assoluto di mangiare pomodori, peperoni, melanzane, peperoncino, tutti alimenti della stessa famiglia: le solanacee.
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Il latte ha un elevato valore nutrizionale: le proteine (caseina e sieroproteine) contengono tutti gli amminoacidi essenziali che l’uomo non riesce a sintetizzare da solo e rappresenta la principale fonte di calcio per l’organismo.
Contiene, inoltre, fosforo, potassio, cloro, sodio, magnesio e le vitamine A, E, K (tra le vitamine liposolubili) e le vitamine C, acido folico e B2 (tra le vitamine idrosolubili).
Il lattosio è lo zucchero caratteristico del latte; è meno dolce del saccarosio e poco solubile. È l’enzima della lattasi a renderlo assimilabile dall’organismo: durante la digestione è scisso in due molecole, glucosio e galattosio, un costituente importante delle cellule cerebrali. La mancanza dell’enzima lattasi, o una produzione insufficiente, provoca un’intolleranza al lattosio.
Il consumo medio di latte è di 61 litri all’anno.
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Le castagne appartengono alla categoria della “frutta a guscio”, ossia un tipo di frutta con un guscio legnoso molto consistente.
La castagna (Castanea sativa) è un seme che si trova all’interno dell’involucro spinoso. La polpa della castagna, farinosa e zuccherina, è protetta da una pellicola (episperma) ricca di tannino che si stacca con difficoltà.
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La ciliegia è il frutto del ciliegio (Prunus avium). La pianta domesticata è stata ottenuta da ripetute ibridazioni della specie botanica.
Il frutto può nascere da due diverse specie botaniche: da una parte il ciliegio dolce (Prunus avium), che produce le ciliegie che siamo abituati a consumare come frutta fresca; dall’altra il ciliegio acido (Prunus cerasus), che produce amarene, visciole o marasche, genericamente definite come ciliegie acide.
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Non sono una panacea, né una garanzia contro il rischio di contrarre infezioni virali. Integratori mirati, specie in stati di malnutrizione o carenza di specifici componenti, possono, tuttavia, apportare benefici al sistema immunitario, aiutandolo ad acquisire maggiore resistenza contro l’attacco di agenti virali.
Deficit nutrizionali
Nonostante le evidenze scientifiche, la popolazione è ancora male-educata al consumo di una dieta adeguata, varia e bilanciata, che fornisca all’organismo corretti fabbisogni e nutrienti. Due miliardi di persone sarebbero in deficit nutrizionali per alcune specifiche componenti, vitaminiche o minerali; da qui la necessità di una loro integrazione. Il rischio è carico a soprattutto di alcune nicchie di popolazione. Innanzitutto, gli anziani, la cui alimentazione è spesso incompleta e a basso contenuto di alimenti freschi, frutta e verdura. Poi, persone che seguono regimi alimentari vegetariani, che implicano una carenza di composti vitaminici presenti in carni, latte e derivati, o all’opposto in diete con scarso apporto di frutta e verdura a quindi deficitarie di componenti di origine vegetale. Le raccomandazioni valide per tutte le fasce di popolazione sono di seguire un’alimentazione ricca e variata, che preveda di tutto un po’ e soprattutto prodotti freschi, per evitare con la cottura la perdita di alcune vitamine termolabili. Oltre che il condurre una vita attiva, trascorrendo più tempo all’aria aperta e avendo dunque maggiore esposizione solare, indispensabile per la sintesi di vitamina D.
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Cellule, metabolismo, organi, apparati, attività cerebrale, muscoli volontari e involontari, meccanismi di autoregolazione, reazioni enzimatiche o biochimiche, gestione delle scorie, approvvigionamento dei necessari nutrienti. Ogni parte dell’organismo è “oliata” dall’apporto dell’acqua, sia derivante da fonti endogene tramite il catabolismo dei nutrienti, sia da fonti esogene, acquisita attraverso la corretta idratazione e l’alimentazione.
Il bilancio idrico
Anche la minima perdita di acqua, pari all’1%, è sufficiente a penalizzare l’efficienza dell’organismo. Da qui la necessità di mantenere un adeguato bilancio idrico, che tenga conto delle necessità fisiologiche, associabili al genere e all’età, e a fattori esterni dipendenti da stile di vita, dispendio energetico, contesto ambientale e sociale, aspetti nutrizionali e ogni altra possibile variante interagente. A spiegare la complessità del sistema sono le differenti e sensibili richieste idriche dell’organismo.
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I disturbi che si possono verificare in questo periodo sono: nausea, vomito, dolore al seno, perdite vaginale e sonnolenza.
Questi sintomi sono solitamente il campanello di allarme di una gravidanza, ma non è detto che si presentino tutti insieme o in tutte le gravidanze. Possono anche manifestarsi in modo leggero e solitamente passano in secondo piano, ma è bene sapere in che modo affrontarli.
La sonnolenza è un sintomo che al contrario degli altri va assecondata il più possibile. Ma vediamo gli altri.
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I disturbi che si possono presentare in questo periodo sono:
Stitichezza
È uno dei disturbi più frequenti in gravidanza in quanto l’ingrossamento dell’utero provoca una pressione dell’intestino, provocando un possibile ulteriore aggravamento di altri disturbi come emorroidi e problemi circolatori. È sconsigliato l’uso dei lassativi.
Questo disturbo può essere aggravato da errate abitudini alimentari che spesso si instaurano già prima della gravidanza. Quindi i consigli che di danno in questo caso cercano di correggere le errate abitudini: l’assunzione di liquidi dovrà essere di almeno un litro e mezzo al giorno per cercare di ammorbidire le feci; aumento delle porzioni di verdura cruda e cotta da consumare a ogni pasto (in particolare cavoli, carciofi, cime di rapa, ceci, fagioli, piselli, zucche, insalate).
Anche la frutta riveste un ruolo importante in questo caso, in particolare fichi e prugne secche. La stessa cosa vale anche per i semi di psillio, di lino, di girasole.
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In questo ultimo trimestre, se già nei mesi precedenti non si sono presi provvedimenti per eventuali disturbi, questi possono solo peggiorare. Negli ultimi mesi si possono avere disturbi come ritenzione idrica e crampi.
Ritenzione idrica
In caso di ritenzione idrica si consiglia di seguire alcuni consigli come dormire con alcuni cuscini sotto al materasso nella parte dei piedi, che aiuta il ritorno venoso, e cercare di bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno anche sotto forma di tisane, se si preferisce.