L’emicrania si definisce come una cefalea che perdura per 4-72 ore,pulsante, d’intnesità variante da moderata a grave, unilaterale, che peggiora con l’esercizio fisico ed è spesso accompagnata da nausea, vomito, ipersensibilità alla luce, al suono , agli odori. L’emicrania, forse la forma di cefalea primaria più comune, si manifesta in circa il 12% della popolazione mondiale. Si distinguono due tipi di emicrania:

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  • senza aura (circa l’85% dei casi);
  • con aura (circa il 15% dei casi).

Un aura consiste in un deficit transitorio, reversibil, tipico visivo, somato-sensoriale, motorio o fasico. L’aura di solito precede di circa un’ora la cefalea ma è spesso concomitante.

La causa dell’emicrania è ignota e la fisiopatologia non è stata completamente spiegata. Sono presenti alterazioni del flusso ematico cerebrale e arterioso dello scalpo, non è chiaro se la vasodilatazione e la vasocostrizione siano una causa o un effetto dell’emicrania. E’ senza dubbio presente un’infiammazione neurogena con vasodilatazione, attivazione dei globuli bianchi e aumento della permeabilità capillare. L’infiammazione conduce all’irritazione delle fibre sensitive trigeminali peri-vascolari. Ne consegue una cascata di fenomeni, che causano le alterazioni del flusso ematico e la forte cefalea. Sono stati identificati molti fattori scatenanti l’attacco emicranico.

L’estrogeno ciclico può spiegare perchè le donne il numero delle donne affette da emicrania sia tre volte maggiore di quello degli uomini. Esisterebbero varia prove a giustificazione del nesso estrogeni-emicrania:

  1. durante la pubertà ,pemicrania è di gran lunga più prevalente nelle donne rispetto ai maschi;
  2. le emicranie sonoparticoalrmente difficili da controllare nella fase successiva alla menopausa;
  3. i contraccettivi orali e la terapia sostitutiva estrogenica spesso peggiorano l’emicrania.

Altri fattori scatenanti sono l’insonnia, i fattori barometrici e la fame. L’associazione fra dieta ed emicrania forse è sovrastimata.

L’emicrania può essere preceduta da un breve periodo prodromico di depressione, irritabilità, irrequietezza, anoressia, potendo essere associata con un’aurea. Il paziente può avere crisi emicraniche tutti i giorni o a distanza di mesi. La diagnosi è basata sul quadro sintomatologico, una volta escluse le casue intracraniche.

Il trattamento dipende dalle frequenze delle crisi e dalla presenza concomitante di altre patologie.

EMICRANIA E NUTRACEUTICI

Nonostante l’enorme sfrzo farmacologico fatto finora per contrastare le varie forme di cefalea primaria, il problema è lontano dall’essere risolto. Le cefalee primarie sono infatti caratterizzate da attacchi dolorosi con intensità e frequenza variabile, localizzati in una parte o tutto il capo, dovuti a una sensibilizzazione del primo neurone del sistema trigemino vascolare seguito da sensibilizzazione del secondo neurone localizzato nel nucleo trigeminale discendente.

La sensibilizzazione è sicuramente la conseguenza del rilascio di CGRP (Calcitoni Gene Related Peptide) dalle terminazioni della rima brancadel trigemino. IlCGRP determina vasodilatazione delel artrie e il rilascio di PAF (Platelet Activating Factor) nel sistema trigemino vascolare. Il PAF svolge numerose azioni:

  • stimola l’endotelio a produrre ossido nitrico;
  • attiva le piastrine;
  • media parte della reattività allergico-asmatica;
  • induce la neosintesi delle prostaglandine e quindi contribuisce in maniera dterminante alla sensibilizzazione trigeminale scatenante l’attacco emicranico.

Un’azione farmacologica volta al blocco dell’azione del PAF a livello recettoriale costituirebbe quindi un valido mezzo per la prevenzione e il trattamento degli attacchi emicranic. Tra i nutraceutici fitoterapici una particolare frazione molecolare presente egli estratti di Ginkgo biloba ottenuti da foglia è nota proprio per la sua forte azione PAF antagonista.

EMICRANIA DIETO-PRECIPITATA

Particolari alimenti sono a volte responsabili dell’emicrania. Anche se non facilssimo, è importante scoprire l’alimento incriminato capace di scatenare la crisi emicranica per evitare di doversi trovare nella situazione di eliminare tutti i possibili fattori scatenanti.

Tenere un diario dove trascrivere la sequenza di alimentiingeriti e il possibile insorgere di emicrania è ritenuto fondamentale. Diversi ripi di alimenti possono scatentare un attacco di emicrania. Naturalmente ciò che provoca l’emicrania in una persona non è detto che lo rpovochi in un’altra persona che dmostri la stessa sensibilità alla crisi emicranica dieto-precipitata.

Possibili stimolatori di crisi emicraniche sono i formaggi che contengono tiramina e tra questi i formaggi stagionati Cheddar e Emmenthal; le carni con conservati a base di nitrati, come hot dog e pancetta; i salumi e i prodotti affumicati; gli alimenti contenenti glutammato sodico, un esaltatore d sapidità comunemente utilizzato in cucina; alcuni latticini, tra cui la panna acida e lo yogurt; i dadi da brodo; il burro di arachidi, il cioccolato; alcuni legumi, come piselli, fave, fagioli; peperoni, aglio e cipolle; alcuni frutti, come le banane, l’avocado, i fichi, l’uva passa e la frutta secca; i crauti; alcuni prodotti derivanti dalla soia, coma la salsa di soia, la salsa teriyaki e la miso-soup; pane e dolci appena lievitati e/o appena sfornati; vino e birra.

Non esiste ovviamente terapia farmacologica e/o nutraceutica con la quale intervenire nel caso dell’emicrania scatenata da particoalri alimenti. L’unico approccioè l’eliminazione dell’alimento.