Le diete prive di carne e di derivati animali, soprattutto nella fase di crescita o in gravidanza, se non applicate correttamente, possono essere associate al rischio di carenze nutrizionali.

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La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), insieme alla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ed alla Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP) ha redatto un Position Paper riguardo l’adeguatezza delle diete vegetariane sulla base della ricerca e della valutazione delle evidenze scientifiche ad oggi disponibili.

La dieta vegana non deve essere raccomandata in età pediatrica perché priva di vitamina B12 e carente di DHA, ferro, vitamina D e calcio.

Se viene consigliata deve assolutamente essere integrata con tutti i nutrienti su citati.

I bambini che seguono questa dieta devono essere attentamente monitorati nella loro crescita e nel loro sviluppo generale.

La dieta LOV (e le sue varianti) risultano carenti di vitamina B12, DHA, ferro ed, a volte, anche di vitamina D e calcio.

Pertanto, seppur più ricca di nutrienti rispetto alla vegana, anche questa dieta ha necessità di essere monitorata ed integrata con i nutrienti carenti.

L’apporto proteico del latte materno è sufficiente per i lattanti allattati al seno, anche se la madre segue una dieta vegetariana. I lattanti di famiglie vegetariane, se non allattati al seno, non devono essere alimentati con bevande del commercio a base di riso, mandorle o soia, poiché troppo povere in proteine ed altri nutrienti, ma solo con formule adattate a base di proteine di origine vegetale.

In una alimentazione vegetariana è importante che, nell’arco del giorno, siano assunti alimenti vegetali di diversi gruppi (soprattutto cereali e legumi) in modo da compensare la carenza di un aminoacido in un alimento con un altro alimento in cui lo stesso aminoacido sia invece abbondantemente presente.

OMEGA 3

Le diete vegetariane non presentano un adeguato apporto di acido alfa-linolenico (ALA), ma soprattutto i suoi derivati EPA e DHA.

Si dovrebbero pertanto assumere regolarmente buone fonti di ALA (es. noci, semi di lino e di chia, oli da essi derivati, altri oli ricchi di ALA) e nutrienti considerati utili per migliorare la conversione di ALA in EPA e DHA (proteine, piridossina, biotina, calcio, rame, magnesio e zinco).

Il regolare utilizzo di alghe edibili può contribuire a coprire il fabbisogno di EPA e DHA, sebbene solitamente sia necessario ricorrere anche ad un integratore di ω 3.

In particolari situazioni, quali gravidanza, allattamento e nei primi due anni di vita, è raccomandata

l’integrazione di tali micronutrienti.

Nell’ambito di una dieta vegetariana, e particolarmente in caso di dieta vegana, l’elevato apporto di fibre può interferire con l’assorbimento di alcuni minerali, soprattutto ferro, zinco e calcio a causa dei fitati presenti nei cereali e nei semi delle leguminose.

ZINCO E FERRO

Le diete vegetariane non mettono a rischio di carenza di rame e selenio.

I bambini che seguano una dieta vegana sono considerati a potenziale rischio carenziale di zinco e devono essere monitorati.

I bambini vegetariani, e soprattutto i vegani, a causa del minore assorbimento del ferro non eminico, devono avere un maggiore apporto di ferro (1,8 volte rispetto agli onnivori). L’assorbimento del ferro non-eme può essere agevolato dalla composizione del pasto, riducendo il contenuto di fitati e polifenoli ed aumentando quello di vitamina C.

Per le donne che seguono una dieta vegana e sono in stato di gravidanza è indispensabile una adeguata supplementazione di ferro.

È necessario garantire un’adeguata e quotidiana supplementazione di ferro anche ai bambini di età inferiore a 3 anni.

È necessario quindi far utilizzare alimenti fortificati con ferro, se disponibili, far consumare cibi con basso contenuto in acido fitico, seguendo precise modalità di preparazione degli alimenti (macinazione, ammollo e germinazione di cereali e legumi, lievitazione acida del pane) ed associare nella dieta, ad alimenti ricchi di ferro non-eme, frutta e verdura fresche con alto contenuto di vitamina C o supplementare l’alimentazione con preparati farmaceutici.

CALCIO

Nei soggetti LOV il deficit di calcio è piuttosto improbabile in quanto la sua assunzione è garantita primariamente dal consumo di latte, formaggi, ed in misura minore da legumi, frutta secca, fichi secchi, gomasio, alcuni vegetali ed alghe.

Nei soggetti vegani l’assunzione quotidiana di calcio può invece essere insufficiente a coprire il fabbisogno, soprattutto con l’inizio dell’alimentazione complementare, in quanto il contenuto di calcio del latte materno non influenzato da un regime alimentare di tipo vegano, non è più sufficiente a coprire i fabbisogni.

Per soddisfare il giusto fabbisogno di calcio secondo la FAO/WHO:

  • 300 mg/die nei primi 6 mesi di vita
  • 400 mg/die tra 7 e 12 mesi di vita
  • 500 mg/die tra 1 e 3 anni,
  • 600 mg/die tra 4 e 6 anni,
  • 700 mg/die tra 7 e 9 anni,
  • 1.300 mg/die tra 10 e 18 anni

I soggetti vegani devono pertanto ricorrere ad una specifica supplementazione ed eventualmente adottare alcuni accorgimenti (es. riduzione dell’utilizzo del sale da cucina, caffeina, ossalati e fitati, aumento del consumo di acque minerali ricche in calcio.

IODIO

Il lattante alimentato con latte materno non presenta deficit di iodio se l’assunzione alimentare materna è adeguata; lo stesso vale per i lattanti allattati con formule artificiali.

Il bambino a dieta LOV assume, con l’alimentazione, cibi ricchi di iodio come latte e uova; in questi casi, tuttavia, dopo i 3 anni, la somministrazione di 3 g/die di sale iodato permette di essere certi di un adeguato intake quotidiano di iodio.

I bambini a dieta vegana sembrerebbero a rischio maggiore di carenza iodica.

In caso di supplementazione con iodio, il fabbisogno quotidiano generalmente ritenuto adeguato è:

  • 90 μg/die tra 0 e 6 anni
  • 120 μg/die tra 7 e 12 anni
  • 150 μg/die nelle età successive

LA VITAMINA B12

È presente solo negli alimenti di origine animale, negli alimenti di origine vegetale è presente una forma di vitamina B12 non biodisponibile che può anche essere assorbita dall’intestino umano, ma che non è in grado di agire metabolicamente.

La vitamina B12 è essenziale per la produzione di globuli rossi, per la rimozione di molecole potenzialmente dannose dal circolo, in particolare i residui di acido cianidrico, per il metabolismo dell’omocisteina e per la sintesi della guaina mielinica dei neuroni.

Secondo l’OMS l’assunzione raccomandata giornaliera di Vit B12 varia secondo l’età del soggetto.

La frequenza del deficit di vitamina B12 fra i vegetariani è stata stimata del 62%in donne gravide,

del 25%-86%in bambini, del 21%-41%in adolescenti, e del 11%-90% in anziani.

Le persone che seguono diete LattoOvoVegtariane o vegane, dati i rischi di carenza a cui sono esposte, necessitano di una supplementazione di vitamina B12.

Nessun regime alimentare garantisce un adeguato apporto di vit. D.

Il deficit può essere evitato mediante l’esposizione solare o un’adeguata supplementazione (600 UI/die nella donna gravida, 400 UI/die nelI’anno di vita, 600UI/die da 1 a 18 anni, in assenza di fattori di rischio per una condizione carenziale) in tutti i soggetti, indipendentemente dal regime alimentare.

Concludendo, la Società Italiana di Pediatria Preventiva Sociale, la Federazione Italiana Medici Pediatri e la Società Italiana di Medicina Perinatale, firmatarie del Position Paper, raccomandano una dieta che comprenda tutti i gruppi alimentari e ritiene che la Dieta Mediterranea, basata sul consumo prevalente di molti alimenti vegetali e sull’uso limitato di prodotti animali, sia il modello alimentare ideale per assicurare salute ai bambini ed agli adulti.