
Per i non più giovani l’immagine del gelato resta legata all’insistenza necessaria per strapparne ai genitori la concessione, spesso patteggiata come premio straordinario a un buon comportamento. Oggi invece il gelato è diventato un normale e piacevole alimento, utilizzabile da chiunque in qualsiasi momento dell’anno, in perfetta sicurezza igienica.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Nella trasformazione delle abitudini alimentari pochi altri alimenti si sono imposti tanto facilmente, in ogni strato della popolazione, come i gelati.
Va detto subito che il gelato è sempre piaciuto (non soltanto ai ragazzi), ma in passato esistevano dei giustificati sospetti di carattere igienico sulle modalità di preparazione. Effettivamente la vecchia versione artigianale del gelato, con le attrezzature di 40 o 50 anni fa e con un troppo vago concetto dell’igiene alimentare, diventa non di rado un terreno di coltura per la riproduzione delle salmonelle, famiglia malfamata di microbi responsabili di tifo, paratifi e tossinfezioni minori. Grazie alla pastorizzazione degli ingredienti e ai progressi tecnologici della lavorazione industriale, questo pericolo è ormai del tutto superato.
Il gelato non fa male, quindi, e va considerato come un qualsiasi altro alimento. Ma come tutti gli alimenti anche il gelato deve essere conosciuto, sotto l’aspetto nutritivo, in modo che chiunque possa inserirlo coscientemente nella sua alimentazione, senza creare eccessi calorici o squilibri qualitativi dovuti alla particolare natura degli ingredienti.
La composizione dei gelati può essere molto diversa ma sostanzialmente si possono distinguere due tipi di gelati: con crema di latte e alla frutta.
I primi contengono latte e uova, mentre per i gelati a base di frutta si utilizza prevalentemente acqua, zucchero e polpa di frutta, quindi meno proteine e grassi e meno calorie totali. In genere un buon gelato alla frutta (100 g) fornisce 160-180 calorie, mentre un gelato a base di crema o di cioccolato e panna può fornirne anche 200-250.
In un’epoca di alimenti “allergizzanti” non potevano mancare neppure i gelati ipocalorici, che contengono mediamente un centinaio di calorie e i gelati alla soia pensanti per i casi di allergia al latte, di ipercolesterolemia e di intolleranza al lattosio. È importante, perciò, saper scegliere in gelato anche in base alle sue caratteristiche nutritive. Per un ragazzo magro o per un anziano inappetente, un gelato a base di latte o di crema può rappresentare una buona integrazione alimentare e talvolta anche l’unica maniera per far accettare un concentrato del prezioso latte. Pi di una volta è stata sperimentata, nelle case di riposo per anziani, l’utilità di un gelato a base di latte come fonte supplementare a coprire il fabbisogno minimo giornaliero di questo minerale.
Viceversa, per chi ha problemi di sovrappeso sarà più indicato un gelato alla frutta che potrebbe sostituire vantaggiosamente, nel senso del risparmio calorico, una merenda a base di biscotti o qualche bevanda troppo zuccherina.
Anche un bambino in sovrappeso potrà gustare qualche volta un gelato, purché il gelato non rappresenti un’aggiunta imprevista ma piuttosto un’alternativa rispetto ad un altro alimento comparabile per contenuti e per calorie.
Poche calorie ma nessun vantaggio nutrizionale può venire dai ghiaccioli alla frutta, privi di proteine e digrassi ma squilibrati, in senso nutrizionale, per l’esclusiva presenza di zucchero e di additivi aromatici.
Se è importante saper scegliere il gelato adatto, in modo da includere razionalmente tra le proprie scelte alimentari, non sono meno importanti il momento e la maniera di mangiarli. La rapidità di assimilazione fa del gelato l’alimento ideale per i pasti intermedi, non soltanto per i ragazzi e gli spostivi, ma anche per quegli adulti che avendo imparato, per scelta o per necessità, a semplificare il pranzo, potranno concedersi razionalmente uno spuntino pomeridiano.
Il gelato, soprattutto quello alla frutta, è dotato di un’ottima digeribilità, ma è pur vero che il freddo può stimolare in via riflessa i movimenti intestinali e un gelato consumato troppo velocemente potrebbe disturbare il delicato sincronismo digestivo, specialmente nei soggetti che soffrono di colite spastica o di colon irritabile.
Talvolta, e più spesso nei ragazzi che divorano il gelato con rapidità, si può avere una tipica nevralgia o un mal di testa dovuti a un meccanismo riflesso scatenato proprio dal freddo. Basterò un po’ più di self-control e di tranquillità nel consumare il gelato per ridurre o evitare il disturbo, peraltro innocuo.
In conclusione, la moderna dietologia ha conferito legittimamente al gelato il ruolo di “nutriente”, cioè di possibile scelta alimentare, lecita e gradevole, anche se per gli obesi può trasformarsi in un peccato di gola.