Le avversioni alimentari e le neofobie (la tendenza a rifiutare i nuivi sapori) insorgono soltanto tra i 6 e i 12 anni e spesso i ragazzi divengono agenti di innovazione nelle sclete alimentari degli adulti, nel senso che a partire da quell’età condizionano le abitudini alimentari di tutta la famiglia.

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In Francia, alcune ricerche condotte su un gruppo di 321 individui divisi per fasce d’età in tre gruppi (4-7 anni; 11-14 anni; 17-18 anni), hanno identificato le seguenti tendenze: avversione generalizzata per le verdure (soprattutto quelle di colore verde); predilezione per il croccante (patatine frutte, ecc.); tendenza a rifiutare gli alimenti mescolati; scarso gradimento per pelle, latte, cervello, frattaglie, formaggi saporiti. Pertanto, l’abitudine abbastanza diffusa ra i genitori di accostare una clausola di tipo alimentare a un premio, come un’attività piacevole, si è rivelato contropèroducente in 9 bambini su 10: così facendo si instaura un meccanismo per cui la preferenza verso quell’alimento diminuisce o, alla meno peggio, rimane invariata.

Inoltre, a formare il gusto contribuisce in modo determinante l’esperienza: il solo fatto di aver già incontrato un alimento sembra accrescere le probabilità che risulti gradito, soprattutto se l’esperienza del sapore è protratta nel tempo. Per quanto riguarda invece l’avversione nei confronti dei nuovi sapori occorre anzitutto precisare che nonostante la plasticità in fatto di preferenze, negli organismi onnivori la neofobia è una carateristica importante del comportamento alimentare.

Tuttavia, non costituisce una turba dello sviluppo: il comportamento neofobico sembra corrispondere a una fase normale delle sviluppo stesso.

A partira dai 6 anni il bambino impara non a diversificare la propria alimentazione, ma a strutturarla operando delle scelte.

Secondo alcuni antropologi ciò esprimerebbe un conflitto ancestrale intrinseco di tutti gli onnivori: da un lato l’esigenza di sperimentare e consumare un’ampia gamma di cibi per soddisfare i propri bisogni, dall’altro la necessità di salvaguardare l’organismo dal rischio di avvelenamenti a cui necessariamente espone la sperimentazione alimentare.

Gusti alternativi

Rifiuta la carne: offrire carne tenera, pollo in umido o in bocconcini, polpettone, ragù, o la carne nella pizza o servirla insieme a legumi, uova, formaggio.

Rifiuta frutta e verdura: se rifiuta la frutta ofrire più verdura o yogurt con frutta frullata e viceversa. Preferire l verdura tenera e non troppo cotta e quella a vapore o cruda.

Beve poco latte: proporre formaggio, yogurt, latte con i cereali o preparare budini e creme a base di latte ma senza esagerare.

Beve troppo latte: fargli bere acqua tra un pasto e l’altro e il latte solo a colazione e merenda e intordurre il bicchiere se beve ancora dal biberon.

Mangia troppi dolci: ridurre l’acquisto di dolci preferendo quelli fatti in casa con ingredienti naturali e pochi grassi e zuccheri. Non usarli come ricompensa ma proporli solo a colazione o a merenda sostituendo allo zucchero raffinato quello di canna e al burro lo yogurt. Infine, chiedere a chi si occupa del bambino durante la giornata di ridurre il consumo di dolci.