Conseguenza importante dell’inizio del periodo menopausale è l’insorgenza dell’osteoporosi che si manifesta nei decenni successivi. L’osteoporosi rappresenta una condizione fisiologica di impoverimento del tessuto osseo, conseguente al progressivo invecchiamento dei tessuti ed è accelerata, nelle donne, dalle modificazioni ormonali che accompagnano la menopausa.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!La riduzione degli estrogeni in questo periodo causa una minore fissazione di calcio nelle ossa ed un indebolimento, che è tanto più graduale e lieve, quanto più alta e buona è la mineralizzazione e la solidità della struttura di partenza.
Sono più esposte all’osteoporosi le donne con le seguenti caratteristiche:
– Eccessivo sottopeso o sovrappeso;
– Molto sedentarie;
– Carente consumo di calcio nell’età precedente;
– Fumatrici;
– Che assumano alcolici, sale e caffè in dosi eccessive.
Risulta quindi molto importante una buona mineralizzazione delle ossa e stabilizzare il peso fino dall’età giovanile, evitando il soprappeso, l’obesità e i dimagrimenti troppo rapidi. E’ necessario inoltre evitare la vita sedentaria, stimolando i muscoli che a loro volta, tramite i tendini, stimolano l’osso migliorando la deposizione del calcio. Non bisogna però sottoporsi a sforzi eccessivi come sollevare pesi ingenti o carichi asimmetrici, né assumere posizioni scomode per molto tempo.
L’osteoporosi è difficile da riconoscere poiché, nella maggioranza dei casi, rimane per lungo tempo silente e asintomatica; le sedi più
frequentemente interessate da processi fratturativi sono le vertebre, l’avambraccio/polso, il femore e il bacino. Le fratture da fragilità hanno effetti gravemente invalidanti.
Importantissimi per la salute delle ossa e per prevenire l’osteoporosi (che espone al rischio di fratture spontanee o a seguito di traumi di minima entità), sono l’introito di calcio e vitamina D e l’attività fisica quotidiana.
Il calcio è il principale costituente delle ossa e, non essendo prodotto dal nostro organismo, deve necessariamente essere assunto con gli alimenti.
Oltre al latte e ai suoi derivati, alimenti particolarmente ricchi di questo minerale sono i legumi (ceci, fagioli), gli ortaggi a foglia a foglia larga (carciofi cardi, cavolo cappuccio verde, cicoria, indivia, radicchio verde, spinaci) e alcuni pesci come sardine, alici, sgombri. Altre fonti di calcio sono: mandorle, noci, pistacchi e fichi secchi.
La vitamina D è fondamentale per la crescita della struttura scheletrica e per il mantenimento di un’adeguata mineralizzazione ossea, poiché promuove l’assorbimento
intestinale del calcio e controlla i meccanismi di riassorbimento osseo. È prodotta dal nostro organismo a livello cutaneo attraverso l’esposizione alla luce solare. Poche sono le fonti alimentari di questa vitamina, che è contenuta in sgombro, sardina, acciuga, salmone, tonno e uovo.
Studi recenti hanno poi dimostrato che anche il calcio presente nell’acqua è biodisponibile e rappresenta quindi una discreta fonte di calcio se consideriamo che il suo consumo medio giornaliero è di 1,5 litri. Ricordiamo però che il contenuto di calcio delle acque potabili e minerali è molto variabile con un intervallo che va da pochi mg/l a più di 400 mg/l. In particolare, sembra che il calcio presente nelle acque bicarbonato-calciche abbia una biodisponibilità pari a quella del latte e derivati.
a cura della dott.ssa Roberta Graziano