Conseguenza importante dell’inizio del periodo menopausale è l’insorgenza dell’osteoporosi che si manifesta nei decenni successivi. L’osteoporosi rappresenta una condizione fisiologica di impoverimento del tessuto osseo, conseguente al progressivo invecchiamento dei tessuti ed è accelerata, nelle donne, dalle modificazioni ormonali che accompagnano la menopausa.

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La riduzione degli estrogeni in questo periodo causa una minore fissazione di calcio nelle ossa ed un indebolimento, che è tanto più graduale e lieve, quanto più alta e buona è la mineralizzazione e la solidità della struttura di partenza.
Sono più esposte all’osteoporosi le donne con le seguenti caratteristiche:
– Eccessivo sottopeso o sovrappeso;
– Molto sedentarie;
– Carente consumo di calcio nell’età precedente;
– Fumatrici;
– Che assumano alcolici, sale e caffè in dosi eccessive.
Risulta quindi molto importante una buona mineralizzazione delle ossa e stabilizzare il peso fino dall’età giovanile, evitando il soprappeso, l’obesità e i dimagrimenti troppo rapidi. E’ necessario inoltre evitare la vita sedentaria, stimolando i muscoli che a loro volta, tramite i tendini, stimolano l’osso migliorando la deposizione del calcio. Non bisogna però sottoporsi a sforzi eccessivi come sollevare pesi ingenti o carichi asimmetrici, né assumere posizioni scomode per molto tempo.
L’osteoporosi è difficile da riconoscere poiché, nella maggioranza dei casi, rimane per lungo tempo silente e asintomatica; le sedi più

frequentemente interessate da processi fratturativi sono le vertebre, l’avambraccio/polso, il femore e il bacino. Le fratture da fragilità hanno effetti gravemente invalidanti.
Importantissimi per la salute delle ossa e per prevenire l’osteoporosi (che espone al rischio di fratture spontanee o a seguito di traumi di minima entità), sono l’introito di calcio e vitamina D e l’attività fisica quotidiana.
Il calcio è il principale costituente delle ossa e, non essendo prodotto dal nostro organismo, deve necessariamente essere assunto con gli alimenti.
Oltre al latte e ai suoi derivati, alimenti particolarmente ricchi di questo minerale sono i legumi (ceci, fagioli), gli ortaggi a foglia a foglia larga (carciofi cardi, cavolo cappuccio verde, cicoria, indivia, radicchio verde, spinaci) e alcuni pesci come sardine, alici, sgombri. Altre fonti di calcio sono: mandorle, noci, pistacchi e fichi secchi.

La vitamina D è fondamentale per la crescita della struttura scheletrica e per il mantenimento di un’adeguata mineralizzazione ossea, poiché promuove l’assorbimento

intestinale del calcio e controlla i meccanismi di riassorbimento osseo. È prodotta dal nostro organismo a livello cutaneo attraverso l’esposizione alla luce solare. Poche sono le fonti alimentari di questa vitamina, che è contenuta in sgombro, sardina, acciuga, salmone, tonno e uovo.
Studi recenti hanno poi dimostrato che anche il calcio presente nell’acqua è biodisponibile e rappresenta quindi una discreta fonte di calcio se consideriamo che il suo consumo medio giornaliero è di 1,5 litri. Ricordiamo però che il contenuto di calcio delle acque potabili e minerali è molto variabile con un intervallo che va da pochi mg/l a più di 400 mg/l. In particolare, sembra che il calcio presente nelle acque bicarbonato-calciche abbia una biodisponibilità pari a quella del latte e derivati.

a cura della dott.ssa Roberta Graziano

Alimentazione in menopausa
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