L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata dall’elevata pressione del sangue nelle arterie, che è determinata dalla quantità di sangue che viene pompata dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue.

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È una condizione che interessa circa il 30% della popolazione adulta di entrambi i sessi e, nelle donne, è più frequente dopo la menopausa. I valori di riferimento fisiologici per la pressione sistolica sono 90-120 mmHg e di 60-80 mmHg per la pressione diastolica. Diverse sono le condizioni predisponenti un aumento di tali valori, tra cui si annoverano il tipo di alimentazione, lo stile di vita, l’attività motoria, il fumo e fattori genetici.

L’ipertensione rappresenta il fattore di rischio più rilevante per complicazioni di tipo cardiovascolare (infarto, ictus, aneurismi, insufficienze renali, ecc.). Si definisce ipertensione primaria o essenziale quella che si presenta in pazienti nei quali non può essere individuata una causa specifica di ipertensione. Si definisce invece ipertensione secondaria quella presente nei pazienti con una patologia specifica.

Regolazione fisiologica della pressione arteriosa

La pressione arteriosa di fatto si definisce come il prodotto della gittata cardiaca (frequenza cardiaca, contrattilità, pressione di riempimento) per le resistenze vascolari periferiche (volume arteriolare). Fisiologicamente la pressione arteriosa viene equilibrata da quattro siti anatomici: arteriole, venule postcapillari (vasi di capacitanza), cuore e reni. La funzione di questi quattro siti anatomici viene coordinato dai riflessi barorecettoriali del sistema nervoso autonomo simpatico in combinazione con meccanismi umorali incluso il sistema renina-angiotensina-aldosterone.

Ruolo della fitoterapia nel trattamento dell’ipertensione

Nell’ambito dell’ipertensione le droghe vegetali utili per la gestione delle forme lievi della patologia sono diverse ma sicuramente non supportate da prove decisive inerenti alla loro efficacia clinica. L’aglio è senza ombra di dubbio la droga vegetale più studiata che può essere somministrata in associazione alla terapia convenzionale in pazienti affetti da ipertensione live (sotto supervisione medica). Droghe promettenti sono il biancospino, il melagrana, il lino, l’ibisco ed anche l’olivo che hanno manifestato prove preliminari di efficacia promettenti ma ulteriori studi clinici, con un maggior rigore metodologico, sono necessari.

Aglio

Botanica: droga data dai bulbi di Allium sativum (Fam. Amaryllidaceae). Pianta erbacea perenne, alta circa 20-50 cm diffusa nelle regioni temperate.

Costituenti chimici: contiene un olio essenziale (0,1-0,36%), ricco di sostanze solforate, quali alliina (sulfossido di S-allil(L)+cisteina) e i suoi prodotti di degradazione. Ad opera dell’enzima allinasi che si trova nei vacuoli, l’alliina viene convertita a disolfuro di allile e trisolfuro di allile. Affinché avvenga tale degradazione enzimatica bisogna che avvenga la rottura delle cellule vegetali in seguito a triturazione del bulbo. La degradazione non enzimatica porta alla formazione di ajoene e vinilditiine. L’aroma caratteristico dell’aglio deriva dalla liberazione dei derivati dell’alliina, che è presente nello 0,5-1% nella droga fresca ed al 2% nella droga secca.

Basi farmacologiche del meccanismo d’azione: i derivati solforati dell’aglio sono i principali responsabili del meccanismo d’azione. Dalla degradazione enzimatica dell’alliina si liberano solfuri allilici (DADS e DATS) che a loro volta liberano l’H2S. L’acido solfidrico determina un effetto vasodilatatorio diretto con un aumento del rilascio di monossido di azoto a livello delle cellule endoteliali nonché determinando una inibizione dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE).

Efficacia clinica: l’uso dell’aglio nel trattamento dell’ipertensione lieve è abbastanza evidente e supportato da studi clinici e metanalisi che però si presentano qualitativamente non elevate. L’EMA non riporta un uso consolidato dell’aglio nell’ipertensione.

Preparazioni e dosi: preparati commercialmente disponibili sono capsule contenenti polvere d’aglio, olio d’aglio (macerato), olio essenziale, aglio fermentato. Gli studi clinici riportano un dosaggio di 600-900 mg/die di polvere d’aglio.

Effetti collaterali: nausea, flatulenza, bruciore allo stomaco, reazioni allergiche, odore d’aglio sgradevole. È controindicata la somministrazione concomitante con anticoagulanti in quanto potrebbe generare un aumento del sanguinamento e non va somministrato in allattamento in quanto potrebbe cambiare il sapore del latte materno con conseguente modifica della palatabilità del lattante.

Olivo

Botanica: droga data dalle foglie di Olea europaea (Fam. Pedaliaceae). Albero perenne, con tronco grigiastro originario delle zone mediterranee.

Costituenti chimici: la droga è ricca di composti glicosidi secoiridoidi di cui il più importante è la oleuropeina. La droga contiene anche flavonoidi.

Basi farmacologiche del meccanismo d’azione: studi preclinici in vitro riportano che gli estratti ottenuti dalle foglie di olivo presentano determinano effetti vasoattivi sulla muscolatura liscia determinati da un blocco dei canali del calcio.

Efficacia clinica: le prove dell’efficacia clinica dell’olivo nell’ipertensione sono limitate a pochi studi clinici che riportano un effetto significativo nella riduzione della pressione sistolica in pazienti che assumevano o un estratto di foglie di olivo ricco in polifenoli o in pazienti che assumevano olio di olivo con la dieta.

Preparazioni e dosi: preparati commercialmente disponibili sono ottenute a partire dalle foglie di olivo standardizzate in oleuropeina (9,6%) ad un dosaggio consigliato di 960 mg al giorno. In molti studi clinici è riportato l’utilizzo dell’olio di olivo (pertanto ottenuto dai frutti) naturalmente ricco o addizionato in polifenoli.

Effetti collaterali: droga sicura i cui estratti ottenuti dalle foglie sono ben tollerati. Non si conoscono eventi avversi gravi legati all’utilizzo clinico.

Melagrana

Botanica: droga data dai frutti di Punica granatum (Fam. Amaryllidaceae). Alberello o arbusto alto fino a 4 metri, originario dell’Asia minore e coltivato anche in Italia.

Costituenti chimici: il succo di melagrana è ricco in polifenoli (tannini idrolizzabili).

Basi farmacologiche del meccanismo d’azione: l’azione antiipertensiva del melagrana sembra essere dovuta all’inibizione dell’enzima ACE.

Efficacia clinica: l’efficacia clinica del melagrana nell’ipertensione è sostenuta da una recente metanalisi che dimostra che la somministrazione di succo ottenuto dai semi riduce significativamente sia i valori di pressione sistolica che diastolica.

Preparazioni e dosi: i preparati di melagrana utilizzati negli studi clinici sono o sono succhi ottenuti dai semi o estratti della buccia ad una dose che varia tra i 100 ed i 300 ml al giorno (dosi empiriche in quanto non si tratta di estratti standardizzati).

Effetti collaterali: droga ben tollerata. Gli unici eventi avversi riportati sono riconducibili a disturbi gastrointestinali ed orticaria.