Uno dei principali fattori responsabili delle diverse manifestazioni associate alla sindrome metabolica è certamente l’obesità viscerale (addominale), una condizione caratterizzata da un eccessivo aumento del peso corporeo con accumulo di tessuto adiposo periviscerale (non in sede sottocutanea).

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Questa condizione di solito provocata da un’eccessiva assunzione di calori concomitante con una scarsa attività fisica, affligge una buona parte della popolazione mondiale e in particolare quell’Europa e degli Stati Uniti, dove oltre il 35% degli ultracinquantenni soffre di sindrome metabolica.

Numerosi studi epidemiologici e fisiopatologici hanno evidenziato che l’accumulo di grasso viscerale rappresenta un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari più rilevante dell’obesità geneticamente intesa, e può inoltre indurre le alterazioni che caratterizzano la sindrome metabolica.

Il tessuto adiposo è un miscuglio eterogeneo di adipociti, proadipociti stromali, cellule immunitarie e cellule endoteliali. L’assunzione di calorie in eccesso fa aumentare il numero ed il volume degli adipociti. Questo aumento abnorme di dimensioni ha diverse conseguenze, tra cui l’ipertrofia degli adipociti che tendono a morire sia per stress dimensionale sia per ipossia, causata anche dalla compressione dei vasi sanguigni che impedisce al sangue di portare ossigeno al tessuto. La conseguente morte degli adipociti ha due conseguenze:una è la proliferazione dei preasipociti (iperplasia del tessuto adiposo viscerale), l’altra è il richiamo di macrofagi che, all’interno del tessuto adiposo, iniziano a produrre fattori pro-infiammatori.

Questi ultimi fanno parte delle adipochine che inizalmente avviano un processo infiammatorio di basso grado a livello locale. Nel tempo, lo stato infiammatorio si propaga a tutto l’organsimo innescando focolai di diversi processi che comprendono insulino-resistenza, stress ossidativo, ipertensione, coagulazione del sangue e rottura delle placche dell’endotelio vascolare che favoriscono l’aterosclerosi e la trombosi.